Ricostruire il paesaggio alberato per contenere l’erosione del suolo e ridurre il consumo d’acqua per tutelare la produzione agricola. Sono i due cardini della strategia di adattamento climatico della Valle del Vipacco in Slovenia, al confine con l’Italia.
La crescita delle temperature e l’incremento degli eventi meteo estremi, come il forte vento di Bora, da tempo hanno indotto le autorità e i coltivatori, soprattutto di vigne, a occuparsi di come tutelare le produzioni.
Per questo motivo da una trentina d’anni è ricominciata la piantumazione di alberi e arbusti frangivento, per evitare che le ondate di bora soffino via il suolo agricolo.
Un ritorno al passato, visto che erano state ridotte per la meccanizzazione e per incrementare le superfici coltivate, contribuendo alla riduzione della biodiversità e anche della varietà del paesaggio.
Dal 2016 un progetto europeo Life ha sviluppato un processo partecipato con trentacinque aziende agricole per adattare le coltivazioni alle ondate di siccità, inondazioni, gelate e forte vento.
Un sistema sensoristico ha permesso di introdurre l’irrigazione in base alle necessità del terreno, dello sviluppo delle piante e delle previsioni meteorologiche. Gli agricoltori ogni giorno ricevono un bollettino con i quantitativi d’acqua da erogare, questo consente anche una riduzione di consumi energetici, oltre a quelli idrici.
Tra i provvedimenti introdotti c’è anche l’aratura profonda in autunno, che aiuta il congelamento invernale, migliorandone la struttura. Sono invece sconsigliate quelle primaverili ed estive.
Visti i risultati di miglioramento dell’adattamento al cambiamento climatico, il governo sloveno ha stanziato altri fondi per proseguire con le piantumazioni di alberi e arbusti per contenere l’erosione del suolo per altri quaranta chilometri nei prossimi anni.