Un osservatorio agroalimentare per la transizione ecologica. E’ quello attivo da quattro anni a Grenoble per adattare il settore primario del dipartimento dell’Isere, quattrocentoquarantamila abitanti ai piedi delle Alpi francesi, nonché Capitale Verde d’Europa.
L’osservatorio è gestito dall’Agenzia all’Urbanistica e ha mappato le produzioni agricole locali e la loro evoluzione. Attualmente il quarantanove per cento del territorio è coltivato. Principali attività sono l’allevamento di bovini per carne e latte, la coltivazione di cereali, noci, frutta e verdura.
In questi anni la progressione delle produzione biologiche ha portato nel dipartimento a un incremento dell’occupazione del settore, mediamente in questo tipo di aziende la manodopera è infatti quattro volte superiore a quella delle imprese convenzionali.
Anche la multifunzionalità è in evoluzione, aumentano infatti le aziende agricole che trasformano i loro prodotti, li somministrano, e li vendono direttamente o in modo consorziato.
Le mense cittadine di Grenoble usano al settanta per cento prodotti locali, di cui un quarto biologici.
In città è anche diffusa l’agricoltura urbana, ci sono ventitré giardini condivisi sei frutteti collettivi, dodici alveari, e una fattoria urbana. In quest’azienda sono impiegate persone con percorsi di reinserimento, e i loro prodotti sono venduti nei ristoranti cittadini.
L’impatto climatico verso la transizione è monitorato, visto che il settore primario pesa, a livello francese, il ventidue per cento delle emissioni totali, quindi ridurne l’impatto è fondamentale.
Tra le attività di supporto sarà anche organizzato dall’amministrazione di Grenoble, il prossimo ottobre, un mese dedicato all’adattamento del sistema agroalimentare.