E’ una presenza sempre più capillare quella della rete ciclabile di Londra. Anche il piano d’emergenza per la mobilità Covid 19 ha contribuito a estendere le infrastrutture per le due ruote di cento chilometri in dodici mesi. Dal 2016 la capitale inglese si era già dotata di altri centosessanta chilometri.
Da febbraio del 2020 a oggi c’è stato un aumento del duecentoquaranta per cento del traffico ciclabile nei fine settimana. Nei giorni feriali l’incremento è stato del sette per cento nella parte più interna di Londra, e del ventidue in quella esterna.
E’ stato un anno di numerose trasformazione dello spazio pubblico della capitale inglese quello della pandemia, oltre alle piste ciclabili, infatti, sono stati numerosi gli interventi a favore della pedonabilità, oltre che delle due ruote. Sono stati trasformati, rendendoli più sicuri, centinaia di chilometri di strade con oltre quattrocento interventi di moderazione della velocità. Ci sono poi stati la messa in sicurezza di incroci, attraversamenti pedonali e strade davanti alle scuole, oltre all’estensione di marciapiedi, spazi per la mobilità a piedi, e all’ampliamento delle fermate degli autobus per agevolare il distanziamento tra le persone.
Attualmente un quinto dei londinesi vive nei pressi di un percorso ciclabile, due anni fa erano la metà.
L’incremento della mobilità dolce in questi anni ha avuto un impatto positivo anche sull’economia locale delle strade dove lo spazio per due ruote e pedoni è stato incrementato. Il beneficio è stato riscontrato pure nel miglioramento della salute fisica e mentale.
In alcuni casi ci sono discussioni se revocare la nuova organizzazione dello spazio urbano dopo la fine della pandemia, a portarlo avanti i contrari anche alle misure per l’emergenza covid.