Grazie al vento dell’Oceano Atlantico l’isola di El Hierro è autonoma per la produzione di elettricità. I diecimila abitanti della più piccola dell’Arcipelago delle Canarie, Spagna, ottengono energia rinnovabile dal vento, e, sempre grazie all’eolico, anche dall’acqua.
E’ durata cinque anni la realizzazione di questo progetto che ha reso El Hierro sostenibile, che ha fatto diventare la vecchia centrale termoelettrica a gasolio un impianto per eventuali emergenze. Innanzitutto sono state costruite cinque grandi turbine eoliche sui crinali dell’isola vulcanica, che può contare anche su una cima alta millecinquecento metri. La pale sono quasi sempre in azione, vista la costante presenza del vento, per i momenti di assenza sono stati realizzati due bacini idroelettrici con relative condotte collegate a generatori elettrici, il dislivello con l’invaso a valle è di settecento metri. Quando c’è produzione di energia in eccesso, rispetto ai consumi quotidiani, i due bacini a monte sono riempiti, grazie ad apposite pompe idrauliche.
L’elettricità rinnovabile di El Hierro alimenta anche i tre dissalatori presenti sull’isola, contribuendo a renderla ulteriormente sostenibile. Il prossimo passo sarà quello di rendere a basso impatto anche la mobilità, magari usando l’elettricità rinnovabile. L’isola ha pure deciso di valorizzare i prodotti locali agricoli e della pesca, in connessione con il turismo che usa le strutture e le risorse paesaggistiche esistenti.
Proprio gli utili della vendita dell’energia ottenuta dalle turbine, e dal sistema idroelettrico annesso, stanno finanziando i nuovi progetti sostenibili. La centrale eolica è infatti al sessanta per cento di proprietà dell’isola di El Hierro, l’investimento è stato di sessantacinque milioni di euro, e sta generando dividendi tra i due e i tre all’anno.