C’è un nuovo caseificio di formaggi biologici nello sviluppo sostenibile della Val Poschiavo, cuneo elvetico confinante con la media Valtellina, a Tirano, dove finiscono i binari delle Ferrovie dello Stato italiano e iniziano quelli a scartamento ridotto del Trenino Rosso del Bernina.
In questo lembo dei Canton Grigioni di lingua italiana, da tempo è iniziata la valorizzazione dell’agricoltura di montagna, come elemento chiave per la preservazione del paesaggio, assai amato dai turisti anche italiani e tedeschi, oltre che svizzeri.
La produzione di formaggi tradizionali, ma anche nuovi, fa parte delle politiche pubbliche, cantonali e federali, e ovviamente private, di sviluppo dell’economia della stretta valle. L’agricoltura sta arrivando al cento per cento di produzioni biologiche, obiettivo da raggiungere entro il 2015. L’allevamento di vacche da latte è uno degli ambiti strategici, visto che permette anche di manutenere prati e alpeggi, così da preservare il paesaggio, e anche la sicurezza di chi vive nel fondovalle.
Il Caseificio di Poschiavo in questi anni è riuscito a far diventare i propri formaggi un altro degli ambasciatori del proprio territorio, soprattutto in Austria e Germania, sul modello della ferrovia retica che si arrampica alle pendici del Bernina, il simbolo della Val Poschiavo.
Proprio il successo dei suoi prodotti ha creato la necessità di incrementare la realizzazione di formaggi biologici, quindi è stato realizzato il nuovo caseificio, che è stato dotato anche di pannelli fotovoltaici. La nuova struttura sarà aperta al pubblico, che, oltre ad acquistare i prodotti, potrà vedere come avviene la produzione dei dieci tipi di formaggi. Il nuovo caseificio è infatti di tipo turistico, dotato cioè di una zona con vetri, dalla quale sarà possibile assistere alle fasi della produzione senza mettere a rischio l’igiene, e presto ci sarà anche un percorso didattico per gli studenti.
Sullo sviluppo sostenibile e l’agricoltura di montagna della Val Poschiavo è possibile approfondire qui.
Fabio, credo che la lezione sia interessante per i Valtellinesi, che poco guardano al mercato di lingua tedesca (come in tante cose!). Detto questo hai già visitato il caseificio? Altrimenti organizziamo una passeggiata (io non l’ho mai visto e sono molto incuriosito)…
I poschiavini citano come esempio da seguire l’esperienza del Centro del Bitto di Gerola, e il casaro è un valtellinese frontaliero, a riprova ancora una volta della difficoltà degli abitanti del sotto confine di Tirano di comprendere come valorizzare lo straordinario patrimonio di biodiversità della loro terra.
La nuova struttura non l’ho ancora visitata, quindi la organizzeremo senz’altro 🙂
[…] Questa situazione è ben testimoniata dal fatto che in Valposchiavo, invece, dicono di ispirarsi, per la valorizzazione del proprio settore caseario, usato come ambasciatore del proprio territorio, all’esperienza del Bitto Storico. […]