
Una grande comunità energetica autonoma partendo da Fürstenfeldbruck, nel sud della Germania. In questa zona della Baviera cinquanta comuni si sono alleati per avere entro il 2030 calore ed elettricità solo da fonti locali e rinnovabili, l’iniziativa riguarda centonovantunomila cittadini e relativo indotto produttivo.
Le amministrazioni locali sono partite dalle buone pratiche energetiche di Fürstenfeldbruck e dalle azioni dall’Agenda 21 per lo sviluppo sostenibile. Un processo amministrativo iniziato nel 1993, che ha visto nascere nel 2000 un Forum sull’Energia che coinvolge cittadini istituzioni, e mondo delle imprese.
L’ulteriore evoluzione è stata l’elaborazione di un piano clima per limitare le emissioni che riscaldano il pianeta secondo il 20-20-20 dell’Unione Europea. I trentatremila abitanti di Fürstenfeldbruck sono abituati, fino dal 1992, a vedere pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici. Per diffonderne l’istallazione anche sugli immobili privati il comune ha attivato una sezione del proprio sito internet.
L’uso delle rinnovabili nel circondario bavarese non è limitato al sole, ma anche alle bioenergie ottenute dai rifiuti organici o dalle locali coltivazioni, in questo caso ci sono reti di teleriscaldamento per sfruttare la produzione di calore. Altre fonti sono l’acqua, con implementazioni di impianti idroelettrici di nuova generazione, e l’eolico.
Questa situazione impiantistica ha portato l’autonomia nella produzione energetica della cittadina bavarese al 60%, grazie anche alla riduzione dei consumi degli edifici. L’obiettivo che si sono dati Fürstenfeldbruck e i cinquanta comuni del distretto è di arrivare entro il 2030 a dimezzare questi consumi, e di essere totalmente indipendenti nella produzione.
Altre comunità energetiche autonome in Germania si trovano a Feldheim e Wildpoldsried e in Austria a Gussing e Schwaz, mentre un altro esempio di unione di comuni è il Roman Land Carnuntum.
[…] In Baviera per la tutela del clima si è sviluppata anche una delle più grandi comunità energetiche d’Europa. […]